alpinismo
per molti anni ho tenuto conto delle vie che salivo annotandole su uno schedario dettagliato con data, grado, tempo di percorrenza e impressioni. Poi ho pensato che tutto ciò era avvillente e da quel momento ho comiciato a capire ciò che andavo a fare in montagna. I discorsi che mi facevano i saggi, uno tra tutti Bruno De Donà "Baréta" - ti te sé 'l pì forte, chel de chei altri no conta nìa!- non li percepii da subito, ma è anche vero che cominciai da giovanissimo, con la Tissi alla Torre Venezia in cordata con lo zio guida "e alora? Dai mòvete! Che ne resta pì temp par na bira al rifugio".
Conobbi in seguito grandi amici con cui iniziai a "metter fuori il piede dalle righe" e a togliermi alcuni sassolini dalle scarpe, che vale a dire forse collezionare vie compulsivamente...mi accorsi che non aveva senso "accatastare" salite per il solo gusto di godere della loro fama. Volevo vederci chiaro, se il diedro Philipp-Flamm seguito dallo Sperone Walker ancora non bastava, voleva dire che serviva qualcos'altro.
Concatenammo il piacere di una cascata di ghiaccio salita in velocità collegandola ad una via di roccia marcata "Massarotto" in Moiazza per il puro divertimento, sorvolando il fatto che poteva esser una prima invernale o chissà che altro.
Aprimmo la via di ghiaccio più bella che potessimo mai immaginare sulla montagna di casa: la rupe inerbata e impenetrabile della Palantina ci riservò grandi emozioni per uno scherzo della natura, una successione di perturbazioni straordinarie seguite dal gelo improvviso che costituì l'incantesimo. Ne uscì Questo Gioco di Fantasmi, una linea che solo Peter percepì e che chiuse il mio bisogno di collezionare vie a destra e manca: la ricerca dell'avventura cominciava fuori dalla porta di casa e non mi ero mai accorto.
Di recente ricerco sovente l'avventura in solitaria, salendo vie sconosciute in luoghi mai visitati. In fondo la mia anima è sciolta e abituata a scavare a fondo.
"Barry va a scavare a fondo tutto: Scultura, montagna, amore, amicizia, tutto." Max Solinas